Capo Caccia o, in algherese, Cap de la Caça è un imponente promontorio calcareo che domina la rada di Alghero e racchiude insieme a Punta Giglio la baia di Porto Conte.

Deve il suo nome alle battute di caccia che il re sabaudo effettuava in queste zone. Lungo il promontorio son presenti moltissime grotte sia emerse che sommerse, alcune molto famose come le grotte di Nettuno, la grotta di Nereo o la grotta Verde dove vennero rinvenute delle pitture rupestri e resti ceramici. I profondi fondali intorno al promontorio, donano all’acqua un colore blu intenso. Importantissima dal punto faunistico, lungo la falesia si possono osservare il falco pellegrino, il gabbiano reale, l’aquila del bonelli e altri rari volatili.

Sulla sommità di Capo Caccia si erge un faro visibile da oltre 30 km

La Foradada (Isola forata) è uno scoglio di grandi dimensioni, viene chiamata così per il suo caratteristico foro dove all' interno con un gioco di prospettive si può vedere il volto di Dante, è in pietra calcarea ed è forata da parte a parte da una immensa grotta prodotta dal mare.

Da aprile a fine giugno è meta di migliaia di gabbiani che nidificano indisturbati e per tutto il mese di giugno nelle acque circostanti è possibile vedere centinaia di piccoli di gabbiano che imparano a volare.

Cala Inferno è una piccola cala con un fondale ricco di ciottoli e massi di grandi dimensioni che rendono il fondale a tratti trasparente e a tratti verde e turchese.

La cala è un'insenatura che si apre tra le maestose falesie di Capo Caccia nel suo lato esposto al mare aperto, formando una sorta di triangolo con le grotte di Nettuno e l'Isolotto della Foradada. Raggiungibile solo via mare, deve il suo nome alle violente mareggiate che si abbattono al suo interno con onde che possono essere di decine di metri.

La Cala del bollo prende il nome dall’omonima torre posta sopra il piccolo promontorio sovrastante. Utilizzata come punto di avvistamento contro le incursioni nemiche, una storia vuole che il suo nome derivi dal bollo o tassa che veniva imposta ai pescatori di corallo che si rifugiavano dentro la baia per la notte e qui riscossa.

Nella cala, visitabile solo dal mare, le bianche rocce a strapiombo si gettano su un mare dai mille riflessi, dal turchese allo smeraldo, incontrando fin dai primi metri una finissima sabbia bianca. Al ridosso dal maestrale, la cala è perfetta per un bel bagno rigenerante in pieno relax tra il mare cristallino e il profumo della macchia mediterranea.

Prende il nome da una grotta presente nell’area, ricca di acqua dolce e stata utilizzata nei secoli come fonte di approvvigionamento di acqua dolce.

Questa cala riparata dalle mareggiate è stata scelta dalla Marina Militare come luogo strategico, testimonianza di ciò rimane il molo utilizzato ai giorni nostri dai battelli in servizio per la visita delle Grotte di Nettuno.

Promontorio calcareo, ricco di grotte sia emerse che sommerse. Viene impropriamente chiamato "punta" ma ha in realtà le caratteristiche di "capo" per la sua altezza sul livello del mare.

Deve il suo nome alla presenza di numerose piante di Giglio. Utilizzato come importante base antiaerea durante la 2°guerra mondiale, ad oggi sulla sua sommità rimangono i resti delle strutture militari come le piattaforme di posizionamento dei cannoni antiaerei, la caserma e alcuni fortini. Si racconta che l’unico sparo fu fatto contro un sottomarino italiano per errore.

Capo Galera è una scogliera rocciosa, che costituisce l'estremità sud dell'Area Marina Protetta di Capo Caccia. Una zona rocciosa della costa, con alte falesie a picco sul mare e una parte invece che si allunga planando sino al livello del mare, ove è possibile sistemarsi al sole ed immergersi nelle acque.

Il mare in alcuni tratti è di un blu intenso in altri invece assume una colorazione verde smeraldo; ha un fondale roccioso e profondo con diversi anfratti in cui trovano dimora varie specie di molluschi e pesci.

La parte est del capo è quella più indicata per le immersioni e per l'interessante attività di snorkeling. Non è una zona particolarmente affollata di turisti, bensì di esperti appassionati, viste anche le difficoltà per raggiungere via terra questa spiaggia rocciosa.

L’isolotto della Maddalenetta è una secca affiorante nella rada di Alghero. La sua vita è stata piuttosto movimentata, da quando vi è stata costruita una chiesetta intitolata a Maria Maddalena, sede di canonicato fin dal 1526.

Non sappiamo precisamente l’anno della sua erezione, ma ci piace pensare che fosse di epoca genovese. Intorno al 1950-55 sulle sue rocce si edificò il faro che segnala la pericolosa secca ancora ai giorni nostri. Prova della pericolosità è il relitto di Sbilenca, ancora presente dal 2008 sulla secca dopo il naufragio che fortunatamente non ha visto vittime.

Il valmel chiamato così in Algherese, dialetto parlato nella cittadina catalana, prende il nome per il caratteristico colore rosso della costa, accentuato all' alba quando il sole ancora basso illumina la parete inglobata tra cale formate da ciottoli bianchi e il verde della vegetazione, il colore dell'acqua è di un verde smeraldo ed è proprio questo contrasto di colori rossi verdi e bianchi che rende indimenticabile un tuffo nella bellissima cala.

A Capo Galera inizia l’area marina protetta di capo caccia-isola piana. Sulla sua sommità si erge maestosa quella che gli algheresi conoscono come “Villa dell’Olandese”, realizzata negli anni ’50 da un magnate olandese del petrolio.

Si tratta di una zona rocciosa della costa, con falesie a picco sul mare e una parte invece che si allunga planando sino al livello del mare. Il mare in alcuni tratti è di un blu intenso in altri invece assume una colorazione verde smeraldo, ottima per ancorarsi e godersi una giornata di relax.

Piccola e meravigliosa caletta della Baia di Porto Conte, protetta dai venti e spesso in ombra data la sua conformazione. I colori dell’acqua sono spettacolari.

Per chi cerca un ruolo non affollato per godersi il mare in relax, potrebbe essere un’ottima scelta… a patto di essere tra i primi ad arrivare!

Si trova ad una cinquantina di metri da Cala Dolce, più grande di quest’ultima, non è molto frequentata e presenta una discreta profondità del fondale marino.

I colori sono bellissimi e potrebbe essere lo spot giusto per un tuffo rinfrescante durante la giornata

Le Grotte di nettuno, così chiamate perché si pensava fossero la dimora del dio del mare Nettuno appunto, si trovano sul livello del mare lungo la parte nord ovest del promontorio di Capo Caccia.

Scoperte intorno alla fine del 1700 da un pescatore algherese furono subito meta di esplorazione non solo da parte della popolazione locale ma anche da parte di principi, studiosi italiani e stranieri e dal re in persona che per 3 volte la visitò. Inizialmente visitabile solo nei giorni di bonaccia via mare, nel 1954 fu collegata alla strada sopra il promontorio dalla Escala del Cabirol una lunga gradinata di 654 gradini che si inerpica lungo la parete a strapiombo.

La grotta dell’estensione di circa 4 chilometri è aperta al pubblico solo per qualche centinaia di metri. Al suo interno, troviamo un grande lago salato con al centro una colonna stalagmitica chiamata Acquasantiera e una serie di sale. La più famosa è la sala dell’organo che prende il nome per la presenza al centro di una colonna chiamata appunto Grande Organo, le cui colate somigliano alle canne di un organo.

L'Isola Piana è un isolotto con alte falesie calcaree a picco sul mare. Nel periodo che va da aprile a giugno ospita una numerosissima colonia di gabbiani, che nidificano e depongono le uova in un ambiente poco accessibile all’uomo.

Fa parte dell'Area Naturale Marina Protetta Capo Caccia - Isola Piana, da cui la stessa prende parte del nome.

È raggiungibile solo in barca o gommone, la parte verso ovest dell'isola e tutte le acque circostanti per una distanza di circa 300 metri, sono zona "A", delimitata da boe di segnalazione luminose, quindi area di protezione assoluta all'interno del regolamento della AMP, ed è vietata qualunque attività compreso il transito.

Negli anni sessanta davanti all'Isola, sul belvedere a picco sul mare, fu ambientato il film di produzione statunitense con Richard Burton ed Elizbeth Taylor "La scogliera dei desideri", edizione originale "Boom", proprio nel punto in cui vi è l'habitat della rara pianta endemica Centaurea horrida. Numerosi sono i resti del materiale utilizzato per le scenografie dell'enorme villa in stile hollywoodiano.

Racchiusa Tra i promontori di Capo Caccia e Punta Giglio si apre la Baia di porto Conte, un porto naturale di grande importanza.

Frequentata fin dal IV millennio a C, troviamo tracce di intensa attività prima del popolo nuragico e successivamente dei romani che vi costruirono una villa di cui ancora oggi sono visibili i resti. In questa baia si combattè anche la così detta “battaglia di Porto Conte” tra la flotta genovese e quella catalana che pose la città algherese in mani catalane. La baia vi stupirà per la sua bellezza, un susseguirsi unico di pareti a strapiombo, cale, calette e la lunga spiaggia di sabbia finissima di Mugoni.